Covid. La profezia di colui che ha prodotto il vaccino Pfizer: “Credeteci, in autunno si ritorna alla normalità”

La Casa farmaceutica americana promette, per bocca dell’AD Bourla, di quadruplicare le dosi consegnate in Europa e guarda al futuro con ottimismo. Nel secondo semestre 2021 arriveranno 250 milioni di dosi del vaccino Pfizer 

Da quando si è cominciato a parlare di vaccini per il Covid, l’azienda Pfizer è balzata da subito in cima alla lista delle realtà in cui si riponeva maggiori speranze. Perché una delle prime a mettere a punto un vaccino e la prima in assoluto ad essere autorizzata a somministrarlo in USA e, poi, in Europa.

Vaccino Pfizer: in autunno l’uscita dal tunnel dell’emergenza

Se, però, nei primi mesi gli sforzi produttivi e di distribuzione della casa farmaceutica si sono concentrati verso gli USA, oggi arriva, per bocca dellamministratore delegato Albert Bourla la promessa di quadruplicare le dosi destinate al Vecchio Continente rispetto a quanto fatto nel primo trimestre del 2021. Si parla di qualcosa come 250 milioni di dosi e – come riporta un articolo di Libero – “Siamo in discussioni per fare di più”.

Certo, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, come si è visto con altri vaccini, ma al momento il prodotto della Pfizer/BioNTech si è dimostrato sicuro ed efficace, senza che ne sia stato scartato alcun lotto.

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera l’ad di Pfizer Bourla si dice ottimista anche sul fatto che in autunno potremmo tornare alla normalità anche in Europa. L’esempio è quello di Israele, dove una pianificazione rigorosa e una vaccinazione di massa hanno cambiato radicalmente gli scenari. L’Europa, da parte sua, chiede rassicurazione, e Pfizer pare darle: “Finora – racconta Bourla al Corriere – siamo sempre stati in anticipo sulla tabella di marcia. Nel nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, entro maggio programmiamo di raggiungere il ritmo di circa 100 milioni di dosi prodotte al mese. Con miglioramenti significativi e continui a seguire nei prossimi mesi”.

Una carezza nei confronti delle indecisioni e disorganizzazioni dell’Europa

Conciliante anche la posizione di Bourla, greco di origine, nei confronti dei ritardi mostrati dalla UE: l’amministratore delegato di Pfizer ammette che organizzare una somministrazione così colossale non è cosa facile, l’Europa è molto grande e non sempre le consegne, in tutti e 27 i Paesi, sono arrivate con la dovuta precisione. Ma, ancora una volta, l’orizzonte sembra più sereno, il meccanismo si fa di giorno in giorno più oliato e dopo l’estate, forse, davvero, si potrà tornare a qualcosa di molto vicino alla normalità.