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I vescovi italiani: “Che ogni parrocchia accolga 5 migranti ”

Piccole comunità che, da un lato, offrano ai migranti un’accoglienza a misura di famiglia e, dall’altro, contribuiscano a garantire la sicurezza nel territorio che li ospita. È questo il “piano” della Chiesa per far fronte a quello che si sta delineando sempre più come il più imponente movimento migratorio che si sia mai verificato in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Profughi dalla Siria . Aiutiamoli nel loro Paese: solo così i bambini come Aylan non saranno più costretti a morire annegati

I perseguitati muoiono perché chi dovrebbe accoglierli e difenderli dai loro persecutori, finge di non sapere, volgendo altrove lo sguardo.  Cosa si può fare “prima”, come aiutarli a non cadere nella disperazione tale da abbandonare case e affetti e rischiare la morte in mare e nel deserto? Aiutarli a casa loro, creare nel loro Paese le condizioni di una vita dignitosa e al sicuro. Per questo da oltre un anno Ai.Bi. è in Siria e lavora con la campagna “Io non voglio andare via!”

Papa Francesco: “L’adozione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici”.

Un solo sorriso miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato  che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici”.  Un sorriso, il  tesoro più prezioso che una famiglia è in grado di regalare a un bambino abbandonato, accogliendolo in casa propria donandogli così quell’amore, quel calore, quelle carezze di cui ha un disperato bisogno. Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, proseguendo la sua catechesi sulla famiglia.

La spiaggia su cui muore l’Europa

Si può pubblicare la foto di un bambino morto sulla prima pagina di un giornale? Di un bambino che sembra dormire, come uno dei nostri figli o nipoti? Fino a ieri sera ho sempre pensato di no. Questo giornale ha fatto battaglie perché nella cronaca ci fosse un limite chiaro e invalicabile, dettato dal rispetto degli esseri umani.

“Abbiamo impiegato due anni per attraversare la Libia: ora la ‘Tenda di Abramo’ può diventare la culla del nostro bambino”

Lateef e sua moglie sono due di quelli che ce l’hanno fatta. Arrivano dalla Nigeria, sono usciti indenni dalla polveriera libica e dopo 4 interminabili giorni in mare sono approdati in Calabria. Da lì sono stati inviati all’oratorio milanese di Bruzzano e quindi trasferiti al centro di accoglienza “La Tenda di Abramo”.

Accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: 1800 famiglie in Italia pronte ad aprire le porte di casa ma ferme al palo. Perché?

La “soluzione” dei grandi centri di accoglienza  è quella giusta? Se si ‘stipano’ centinaia o migliaia di persone in stanzoni senza le minime e basilari misure di accoglienza umana, non è inevitabile esasperare atteggiamenti non ‘consoni’? L’alternativa a queste strutture ci sono: sono i piccoli centri di accoglienza per i profughi e le famiglie per i minori stranieri non accompagnati. Ma alle istituzini sembra non interessare e 1800 famiglie pronte all’accoglienza vengono lasciate al palo. E mentre la Germania si prepara ad accogliere circa 750mila rifugiati, in Italia prolifera il business dei grandi centri. Perché?

Il dono dell’adozione con gli occhi dei bambini.Jamien “Mio fratello mangia sempre patatine, ecco perché ha l’epatite P !”

“Mio fratello mangia sempre patatine, ecco perché ha l’epatite P!”. In casa Paggi, a Recanati, il primo ad aver sdrammatizzato sul bisogno speciale di Shun Li è stato proprio il fratello Jamien, 8 anni, anche lui cinese di nascita. Shun Li, 3 anni, è arrivato in Italia la scorsa estate da Xi’An e da allora ha dimostrato sempre di essere una buona forchetta.