Perù: “Chi dice che l’adozione internazionale non fa miracoli? Chiedetelo a Blanca: la speranza contro ogni speranza!”

blancaLa storia di Blanca è una fiaba a lieto fine. E anche quando tutto sembrava congiurare contro la felicità, lei attendeva, paziente, l’arrivo di mamma e papà. Un sogno in cui hanno creduto in pochi. Eppure Blanca, stanca di vivere ogni giorno l’abbandono, ha vinto la sua guerra. Ed è tornata figlia.

La storia di oggi, per #iosonoundono, ha dell’incredibile. Così unica che quasi non pare vera.

Immaginiamo un istituto, un hogar, in Perù. Tanti bambini entrano, vivono, trascorrono giornate, mesi, anni simili tra loro; alcuni di questi escono perché è arrivata una famiglia per adottarli. Altri invece restano: il destino avverso, una pratica dimenticata e gli anni passano. Il tempo dei bambini corre veloce mentre quello degli adulti si arena nel pantano delle burocrazie.

I bambini in istituto diventano adolescenti, come Blanca. Ma lei è diversa: lei continua a sperare e la sua volontà è tale che non perde mai la speranza di incontrarli, prima o poi. Non importa che faccia abbiano, quanti anni abbiano, da dove vengano: basta che siano una mamma e un papà, solo per lei. Un bambino non sceglie mai i suoi genitori. Li accoglie così come sono.

La storia di Blanca – quasi un romanzo d’altri tempi eppure drammaticamente contemporaneo –  inizia proprio su AiBiNews, quando dal Perù arrivò una voce discreta e delicata: una lettera indirizzata a Marianna Consolini, una volontaria di origine veronese che da anni vive in Sud America, per assistere bambini in stato di abbandono.

Vorrei chiederti qualcosa: CI SONO NOTIZIE DEI MIEI GENITORI? Di qualche genitore che desideri una figlia. Magari fosse un Si’! Prego tutte le notti perché io abbia una famiglia. MAGARI FOSSE UN SI”.

Allora Blanca aveva compiuto 12 anni: per un intoppo burocratico o per distrazione degli adulti, nessuno si è preoccupato per tempo di dichiarare la bambina adottabile. Nel frattempo sono trascorsi oltre dieci anni, quando il primo hogar dove viveva è stato chiuso e lei trasferita in un altro istituto. Solo allora sono iniziati gli accertamenti per stabilirne lo stato di adottabilità.

Dolce e visionaria, appassionata di chitarra e di spettacoli teatrali che lei contribuiva a realizzare in istituto, occupandosi anche dei bambini più piccoli, Blanca era ed è una ragazzina bella e sana, con il difetto di essere diventata ‘vecchia’ per essere adottabile.

Malgrado un passato di violenze in famiglia, Blanca non ha mai perso il sorriso e la speranza. Neanche quando Camila, la sua migliore amica, a Salerno ha trovato mamma e papà nel 2013. E fu proprio lei a lanciare un appello alle famiglie italiane in attesa di un figlio: nel dar forza e confortare  l’amica, Camila scrisse: “Tu che cerchi una figlia meravigliosa, arriva presto! Blanca è bellissima!”

Un appello che Ai.Bi. fa proprio pubblicando sul proprio sito per tre volte la storia di Blanca. E così, senza mollare mai, all’ennesimo appello il miracolo si avvera. Una famiglia campana risponde ad Ai.Bi. e a Camila. Quest’estate parte per il Perù e incontra la figlia più coraggiosa che si potesse immaginare.

“La gioia era incontenibile” raccontano mamma Maria Luisa e papà Luigi, ancora molto emozionati per questa incredibile avventura appena iniziata. All’aeroporto in Italia, ad attenderli, c’era anche Camila.

Blanca era molto contenta di incontrarla ma anche meravigliata di vedere il cambiamento dell’amica dopo circa due anni – ricordano mamma e papà – . Inoltre rivederla ha comunque significato aprire delle porte del passato.… si sentono per telefono e cercheremo di tenere viva l’amicizia, anche perché la famiglia di Camila abita non lontano da noi

L’amore per mamma e papà sta aiutando Blanca a costruire una relazione insieme difficile e naturale.

Dico sempre a Blanca che deve fidarsi e dirci tutto, che ci vorrà tempo ma impareremo a conoscerci – aggiunge Maria Luisa – : a noi manca una parte significativa della sua vita così come a lei la nostra. E le spiego che anche io e mio marito ci stiamo mettendo in discussione. Possiamo sbagliare anche noi”.

Blanca è una ragazzina sveglia, che ama confrontarsi, forte. “Considerando quello che ha passato – dice la mammaè incredibile: adulta da un lato, avendo bruciato le tappe dell’infanzia, ma anche fragile. L’importante e che oggi siamo insieme e insieme cresceremo come famiglia”. Qualche marachella la combina questa figlia che sembra perfetta? Ridendo mamma Maria Luisa racconta che “ogni tanto dice bugie, ma sapete come si giustifica? In orfanotrofio le dicevo! E io a dirle: Guarda che qui non siamo più in orfanotrofio!”

La prossima settimana Blanca, che a giugno ha compiuto 14 anni, andrà a scuola, in seconda media.

Blanca capisce e parla già bene italiano perché frequentava e ascoltava i volontari italiani che operavano nel suo istituto (come Marianna, ndr), quindi è già un vantaggio. Certo, il suo  problema è scrivere ma avrà un insegnante accanto che la seguirà”.

Ho un po’ paura mamma”, ha detto Blanca pensando al suo imminente inizio scolastico, ma tutti l’hanno confortata tanto che la famiglia è pronta a dare una mano: la  sorella di Maria Luisa insegna inglese, papà Luigi è ingegnere ed è pronto ad aiutare la figlia nelle materie scientifiche.

Si immaginavano Maria Luisa e Luigi di essere parte di una storia così grande?

Forse all’inizio no, ma è stato naturale lasciare che tutto si svolgesse così. All’inizio del nostro percorso adottivo è ovvio che ogni genitore desideri magari un figlio più piccolo – concludono i genitori di Blancama la realtà è un’altra, dobbiamo guardare ai bisogni dei bambini, non ai nostri. Tanto più che quando sono grandi come Blanca, di solito, non li vuole più nessuno”.

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