Mese: Settembre 2015

La Chiesa: “Anche le famiglie aprano le porte ai profughi”. Lo Stato: “Grazie, ma non ne abbiamo bisogno”.

La Chiesa rinnova ogni giorno i suoi appelli a parrocchie e famiglie: accogliete in casa i profughi“Ci stiamo sostituendo al welfare pubblico” ha detto  il cardinale Angelo Scola. Mentre, infatti, la Chiesa sollecita, lo Stato riempie i grandi centri di accoglienza. E Le famiglie? Come dovrebbero fare le famiglie ad aprire le porte di casa se le prefetture e i Comuni, nella sostanza, non le mettono nelle condizioni di accogliere i profughi ? Se non glieli assegnano preferendo a loro i grandi centri di accoglienza? Devono andare le famiglie stesse sui moli, sulle banchine, o lungo le strade a recuperare i profughi? 

Adozione internazionale. “Entravamo in sala operatoria cantando, ogni volta scegliendo una canzone diversa! così Yu Mo è rinato, non solo nei nostri cuori.

Yumo è nato senza radio e pollice nella mano destra non riusciva ad unire indice e pollice della mano sinistra. Ha subito tre interventi chirurgici  e lunghe sedute di fisioterapia. Un percorso sanitario che non ha adombrato per nulla la gioia di mamma e papà Rosito di aver accolto come figlio un bambino ‘speciale’ dal carattere solare.

Profughi. Il patriarca di Venezia “Chi non accoglie non può dirsi cristiano”

Non può dirsi cristiano chi è contrario all’accoglienza. Per i cristiani l’altro rappresenta Cristo e il nostro impegno è anche quello di accompagnare i fedeli a comprendere questa verità. L’apertura a Dio si esprime anche con l’accoglienza”.  Non ha dubbi ne’ titubanze  Francesco Moraglia, patriarca di Venezia e capo della Conferenza episcopale che riunisce 15 diocesi del Triveneto.

“Adozioni da medaglia: riflettori ancora accesi sulla adozione internazionale”

Agosto si è chiuso all’insegna del tema adozioni e della crisi che investe il settore con un crollo vertiginoso delle famiglie che accolgono un bambino in casa. Il 26 e 27 agosto si è tenuto il convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, organizzato da Ai.Bi sul mondo dell’accoglienza e delle adozioni internazionali. Torna sull’argomento Openmag con un articolo di Cristina Panzironi.

Adozioni. Seminario CARE “Diritto allo studio per gli alunni adottati: le novità del MIUR per i nostri bambini”

I bambini appena adottati che abbiano bisogno di un po’ più di tempo per abituarsi alla loro nuova vita in Italia possono rimanere un anno in più all’asilo. Questa è solo una delle novità delle Linee di Indirizzo MIUR che sarà oggetto del seminario regionale organizzato dall’Ufficio Provinciale regionale Abruzzo con il patrocinio del CARE  l’11 settembre a Teramo

Il papà di Aylan “I siriani non scapperebbero dal loro Paese, se non fossero costretti. Perché il mondo non ferma la guerra in Siria?”

Abdullah, il papà di Alan (il bambino siriano morto sulla spiaggia di Bodrum) è tornato nella sua Kobane dove è andato a seppellire i suoi due bimbi e la moglie Rehan. E nell’immensità del suo dolore, l’unico aggancio per continuare a vivere è la speranza che il mondo intero scosso decida di fare concretamente per fermare la guerra in Siria “perché i siriani non scapperebbero dal loro Paese, se non fossero costretti”.

Emergenza profughi: Ci sono possibilità di avere in affido un bambino piccolo rimasto solo?

Vi scriviamo per avere notizie sul vostro progetto “Bambini in alto mare” e per sapere se ci sono possibilità di avere in affido un bambino piccolo rimasto solo. Abbiamo letto le vostre lettere sul sito in merito alla difficoltà relativa a questo istituto e al fatto anche che in maggioranza i minori non accompagnati venuti dal mare sono per lo più adolescenti. Risponde Diego Moretti, Area Italia Ai.Bi.

 

Camerun. Sposata con un orco, legata, picchiata, fuggita: Ciad, Libia, 49 morti in mare…poi finalmente Lampedusa e l’inizio di una nuova vita

Di confini ne hanno superati tanti i profughi ospiti di questa struttura che Ai.Bi., in accordo con la Prefettura di Milano, ha destinato all’accoglienza di chi fugge da guerre, miseria e persecuzioni di ogni tipo. Come Ester e Cristoph, due giovani camerunensi, le cui storie partono da binari diversi e si incontrano su quello della speranza. Da 3 anni fanno coppia e sognano un futuro sereno, in Italia, il Paese che li ha accolti. Anche se il passato, tremendo, continua ad affacciarsi spesso nella loro memoria.