Adozione. Siate la parola “fine” dell’abbandono di un bambino

Se ci mettessimo nei panni di un bambino abbandonato, dimenticato in un istituto, solo e in attesa… per loro può esistere un lieto fine? Ecco perché noi genitori adottivi ci mettiamo in gioco, anche dopo aver messo la parola “fine” alla nostra bella storia

Quanto ci piace l’illusione del lieto fine al termine di un bel film e la vista della scritta “the end” che sfuma, mentre il cuore leggero si rallegra del finale che speravamo. Solidarizziamo con personaggi inventati di film o libri che ci entrano nel cuore e proviamo emozioni speciali, accompagnandoli nelle mille peripezie che affrontano, finché si riesce a coronare il sogno di vivere “felici e contenti”.
Se, però, ci mettessimo nei panni di un bambino abbandonato, dimenticato in un istituto, solo e in attesa… per loro può esistere un lieto fine?
Se ci pensiamo bene, il finale tanto desiderato può risultare distante anni luce e nemmeno il cannocchiale più visionario basterebbe per trovare il giusto coronamento alla sofferenza di un bambino che, privo dei genitori, attende la degna conclusione alla sua storia.

La testimonianza dei genitori adottivi

Chi ha a che fare con le adozioni (internazionali) sa bene come ogni storia non termini con il finale sperato. Ma le coppie di genitori adottivi che hanno vissuto tutto il percorso e che partecipano agli incontri formativi accanto agli operatori di Ai.Bi. possono dare una risposta, Dando idealmente voce a quel figlio “che abbiamo lasciato nell’abbandono”.
“Sì – raccontano – perchè mentre tornavamo a casa col bambino che abbiamo adottato, che abbiamo reso figlio e che ora illumina la nostra vita, ne abbiamo conosciuti e lasciati in istituto altri 10, 100, 1000…
Il ricordo di quei bambini che restano in istituto e che forse rimarranno lì per sempre, ci lascia sgomenti.
Ma non li possiamo adottare tutti!
Per quanto le coppie adottive, dopo un primo iter, spesso replicano il percorso e tornano ad adottare, non li si può salvare tutti. Ecco perché siamo qui, in Ai.Bi., nell’ente che ci ha accompagnato e che ci ha aperto gli occhi su quanto bene faccia l’adozione, per proporre alle altre coppie che sono agli inizi dell’iter adottivo di essere la giusta soluzione per quel bambino che attende mamma e papà”.
“Parlare di adozione e di accoglienza in famiglia, raccontare la nostra bella esprienza, parlare del fatto che nostro figlio è rinato, grazie all’incontro con noi, è l’arma che abbiamo e che proviamo a consigliare a chiunque incontriamo.
Noi genitori adottivi abbiamo realizzato il nostro sogno, diventando finalmente famiglia completa con l’adozione. Abbiamo provato sulla nostra pelle e su quella di nostro figlio quanto la genitorialità adottiva sia un’efficace cura contro l’abbandono”.

In Ai.Bi. ci mettiamo la faccia!

“Ecco perché noi genitori adottivi ci mettiamo in gioco, anche dopo aver messo la parola “fine” alla nostra bella storia. Perché abbiamo accolto un bambino abbandonato, lo abbiamo reso figlio, ma nel suo Paese abbiamo lasciato altri potenziali figli in attesa di mettere un definitivo “the end” alla loro sofferenza.
Percui, fin dall’incontro informativo, siamo qui a raccontarvi quanto fà bene l’adozione e vi spingiamo a mettervi a disposizione di un bambino, che abbiamo visto e lasciato, in attesa che arrivaste voi quali suoi genitori.
Siate la parola “fine” dell’abbandono di un bambino.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it

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