I diritti negati all’infanzia del sud Italia. Ecco perché il progetto “Panthakù. Educare dappertutto”

Sono il 56% i minori che vivono in povertà in Sicilia, il 49% in Calabria e il 47% in Campania. Triste primato anche per gli abbandoni scolastici precoci 

Com’è cambiata la quotidianità di bambini ed adolescenti nel corso della pandemia? Meno rapporti sociali, meno scuola in presenza, più tempo trascorso in casa e tanta tecnologia non solo per svago, ma anche e soprattutto per poter continuare a studiare e seguire le lezioni. Eppure, pc, tablet, connessioni veloci e web, grande risorsa di questa era “covid” hanno purtroppo mostrato ancora una volta, il profondo gap esistente tra il Nord e il Sud del nostro Paese, margine da colmare urgentemente.

Le difficoltà sorte nell’era del coronavirus si sono andate ad innestare su un Italia che stava già viaggiando a due velocità, (nord avanti e mezzogiorno in coda) aggravando le diseguaglianze preesistenti nel raggiungimento degli standard minimi dei diritti di bambini e degli adolescenti in differenti campi, uno su tutti quello dell’istruzione.

La didattica a distanza non ha infatti funzionato in eguale maniera per tutti gli studenti italiani, condizionata dalle singole situazioni familiari e territoriali.

470.000 minori al sud non posseggono un tablet o un pc

Le rilevazioni Istat, riportate dal Quotidiano del Sud parlano chiaro: “il 12,3% dei minori dai 6 ai 17 anni non possiede un tablet o un computer. Al Nord questa percentuale si attesta al 7,5%, al Centro al 10,9%, mentre il Meridione registra il primato del 19% (470.000 minori)”. Per non parlare delle problematiche legate all’accesso ad una connessione internet veloce.

“Già nel 2019 – sottolinea il quotidiano- con riferimento alla condizione pre-pandemia, il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza aveva espresso preoccupazione per le disparità esistenti tra Regioni relativamente all’accesso ai servizi sanitari, allo standard di vita essenziale e all’istruzione per tutti i minorenni del Paese”. La situazione, con il coronavirus non è  di certo migliorata, andando ad aggravare il divario tra le Regioni. Secondo uno studio regionale del gruppo CRC (gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) si evince infatti come i minori che vivono in povertà nel nostro Paese siano il 56% in Sicilia, il 49% in Calabria, il 47% in Campania e il 43% in Puglia. In Friuli all’opposto si attestano al 14,9% e in Emilia-Romagna al 15,8%. “Con una compromissione obbligata ed inevitabile – spiega il Quotidiano del Sud- rispetto alla frequenza scolastica, al coinvolgimento delle famiglie nella formazione culturale e sociale dei minori e persino alla realizzazione effettiva del diritto allo sport, al gioco e alla salute”. Per non parlare degli abbandoni scolastici precoci che nel Mezzogiorno d’Italia  secondo Eurostat  rimangono ancora su livelli alti: 16,7% e 21,4% nelle Isole.

Contro la dispersione scolastica c’è “Panthakù. Educare dappertutto”

In questo contesto nasce e si inserisce “Panthakù. Educare dappertutto” progetto di cui Ai.Bi. è capofila, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Dialogo, cultura e tanto entusiasmo sono questi gli ingredienti di Panthakù per evitare la fuga dai banchi e contrastare la povertà educativa!

Neanche la pandemia è riuscita a frenare l’energia dei 24 partner della rete, degli insegnanti delle famiglie e soprattutto degli studenti partecipanti all’iniziativa: quattro scuole secondarie di I° grado di Salerno (Montalcini e Calcedonia), Santa Maria Capua Vetere (Principe di Piemonte) e Castellammare di Stabia (Denza).

Molteplici le attività realizzate anche in tempo di pandemia, in modalità rigorosamente digitale e a distanza, come i laboratori artistici, la webradio e le lezioni di cucina da condividere assieme a tutta la famiglia e poi da giugno di nuovo in presenza con la partecipazione ai campi estivi gratuiti. Non sono mancati anche momenti di sostegno a famiglie ed insegnanti provati da questo periodo di pandemia, perché la dispersione scolastica si combatte anche così: stimolando i giovani, rendendoli partecipi, entusiasmandoli con attività educative ed alternative ai modelli scolastici tradizionali, d’altronde come sostiene anche il motto di  Panthakù: Educare è possibile dappertutto!