“La mia missione in Cina? Donare una famiglia ai bambini degli orfanotrofi” Conosciamo Marco Betelli cooperante di Ai.Bi. in Cina

Il nostro progetto della Comunità familiare Vittorino Colombo regala ai piccoli ospiti provenienti dall’orfanotrofio di Xian un’opportunità incredibile: quella di  crescere in una casa vera e propria in attesa di una nuova famiglia 

Amici dei Bambini, da più di 30 anni, opera nel mondo attraverso progetti di cooperazione internazionale, con l’obiettivo di restituire ai bambini abbandonati o in difficoltà familiare il diritto di avere una famiglia ed un’infanzia serena e lo fa grazie al grande cuore, impegno e professionalità dei suoi cooperanti.
Sono donne e uomini che decidono di lasciare il proprio Paese e trasferirsi a migliaia di km di distanza, con l’unico obiettivo di restituire ad un minore abbandonato, “l’altro mio figlio”, il diritto di essere figlio.
Molte delle notizie, pubblicate da Ai.Bi. e provenienti dai Paesi dove l’associazione opera, provengono direttamente da loro, dal lavoro delle nostre “inviate” e i nostri “inviati” sul campo, perché la cooperazione è fatta sì, di progetti, ma soprattutto di volti e di persone. Siete pronti a conoscerli?

Marco Betelli cooperante Ai.Bi. in Cina

Iniziamo da un piccolo identikit:

Nome: Marco
Cognome: Betelli
Età: 37
Provenienza: Brescia
Famiglia: tra pochi mesi padre

Come sei arrivato a fare il cooperante?
Dopo varie esperienze lavorative non particolarmente soddisfacenti, mi piaceva l’idea di fare qualcosa di diverso.

In che Paesi sei stato prima di arrivare dove ti trovi ora?
Mi trovavo già in Cina quando ho conosciuto Ai.Bi. e sono qua tuttora.

Cosa consiglieresti di fare a un ragazzo che sogna di lavorare nella cooperazione?
Di buttarsi e di non esitare a lasciare la sua “comfort zone”, quando ci farà ritorno sarà una persona diversa, migliore.

Come hai conosciuto Amici dei Bambini?
Ho conosciuto Ai.Bi. tramite il precedente referente paese a Pechino, Tommaso, che era un mio caro amico. Quando lui è passato in Cambogia mi ha chiesto se fossi ancora interessato a raccogliere la sua eredità e mi ha presentato a Cristina Legnani e Michele Torri con i quali all’inizio ho avuto dei colloqui telefonici e poi conosciuto di persona a Milano.

Come si concilia un lavoro come quello del cooperante in un Paese straniero con la vita di una famiglia?
Io sto per diventare padre per la prima volta, non saprei come rispondere a questa domanda, spero di poterlo fare tra qualche mese.

La cosa che più ti piace del tuo lavoro e quella che fai più fatica ad affrontare?
In Cina la missione di Ai.Bi. è quella di regalare una famiglia ai bambini provenienti dagli Istituti all’Infanzia, e allo stesso tempo di donare alle famiglie la più grande gioia possibile. La cosa che mi piace di più è accompagnarle in questo ultimo tratto del percorso, un percorso iniziato spesso tanti anni prima, fatto di burocrazia, attese e ansia. Al tempo stesso i primi giorni dopo l’incontro con i bambini non sempre sono facili, per le famiglie, piene di paure e aspettative, per i bambini, spaventati e comprensibilmente scossi, ma anche per me, che mi trovo in mezzo a tutto questo e sono l’unico appoggio per le famiglie in un Paese così diverso e così lontano da casa.

Tante volte chi parte come cooperante, missionario, volontario… dice: “Pensavo di andare a dare una mano… E invece sono ‘loro’ che hanno dato una mano a me.”. È davvero così? In cosa il lavoro di cooperante ti arricchisce più di tutto?
Per chi come me ha avuto un percorso accademico da mediatore culturale è una grande opportunità di mettere in pratica quanto studiato sulla carta. Il “dare una mano” spesso è innanzitutto aiutare le famiglie ad avere un approccio quanto meno traumatico possibile alle differenze sociali e culturali con la Cina, spesso la Cina più profonda dove si trovano gli orfanotrofi, non quella delle grandi città.

Secondo la tua esperienza, quant’è importante l’aiuto del Sostegno a Distanza per i bambini ospiti degli orfanotrofi?
Per Ai.Bi. Cina è fondamentale. Il nostro progetto della Comunità familiare Vittorino Colombo di Xi’an regala ai piccoli ospiti un’opportunità incredibile, quella di crescere al di fuori del contesto dell’istituzionalizzazione, in una casa vera e propria, con l’affetto delle tate che vivono con loro 24 al giorno, come in una famiglia. Questi bambini frequentano l’asilo pubblico, e prendono parte a tutta una serie di attività che in istituto sarebbero loro precluse. Per un bambino fa tutta la differenza del mondo. Senza l’Adozione a Distanza nulla di questo sarebbe possibile.