Cagliari. Raccontare l’adozione ai giovani per costruire un futuro di accoglienza

L’esperienza di Ai.Bi. Sardegna con gli studenti nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, per far conoscere e discutere fin dalle scuole i temi dell’Adozione Internazionale

Il diritto dei bambini ad avere una famiglia! È questo, da sempre, uno dei temi principali difesi e portati avanti da Ai.Bi., e un percorso con le scuole non è altro che una strada diversa per perseguirlo. L’adozione internazionale, si sa, è in crisi; il sistema della tutela minorile non sembra ancora essere adeguato a svolgere concretamente il suo compito; gli operatori si interrogano… Così, a Cagliari, nella sede sarda di Amici dei Bambini, si sperimentano nuovi percorsi comunicativi, si cerca di arrivare “prima”, di sensibilizzare attraverso altri canali. E quale agente educativo, dopo la famiglia, riesce a essere motore di cambiamento, di costruzione di modelli culturali se non la scuola?

Un percorso per parlare di adozione internazionale agli studenti

I PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex Alternanza scuola – lavoro) avviati dalla sede di Ai.Bi. Sardegna, nascono dalla richiesta di due istituti scolastici della regione: l’IIS Leonardo Da Vinci di Lanusei e l’IIS Einaudi di Senorbì, mostratisi interessati ad avvicinarsi al mondo dell’associazionismo e degli enti autorizzati all’adozione internazionale.
Si è trattata di un’opportunità importante per la sede sarda di Ai.Bi., che ha offerto la possibilità di raccontare l’adozione e l’associazionismo a studenti che, per età e tipologia di studi, possono pensare di avviarsi verso un possibile futuro nel campo sociale.
L’equipe ha ragionato con le insegnanti sulle competenze e le conoscenze da trasmettere agli studenti, progettando un percorso in due fasi: la prima è servita a presentare il mondo dell’Associazionismo e delle adozioni internazionali. La seconda è stata incentrata, invece, sul fornire ai ragazzi i primi rudimenti per progettare insieme nel sociale.
La modalità online con cui si è svolta buona parte del progetto ha avuto il limite della mancanza di contatto, ma ha consentito di superare le distanze di due istituti altrimenti non raggiungibili.
In particolare, ha suscitato molto interesse l’incontro in videoconferenza con la volontaria espatriata di Ai.Bi. in Marocco, servita anche per “accendere” nei ragazzi l’idea, non così abituale, di un possibile futuro da cooperante all’estero.

Collaborare insieme per incentivare l’accoglienza

Ma il momento più importante è stato sicuramente l’incontro in presenza a Cagliari.
Nel lavoro in sede, attraverso una attività ludica, è stato possibile creare un momento condiviso tra le due scuole e il gruppo dei nostri ragazzi adottivi, permettendo a entrambi i gruppi di sperimentarsi nella relazione e nel lavoro comune, raccontando altresì come dietro una storia faticosa ci sia anche un percorso di resilienza e crescita personale.
La ricchezza del percorso è quella di aver sensibilizzato dei ragazzi che si preparano a delle professioni sociali verso i temi dell’adozione. Avergli fatto comprendere cosa significa lavorare nel terzo settore, come siano organizzati un’associazione e un tempo di lavoro dedicato al sociale. Inoltre, gli studenti hanno potuto comprendere cosa significa progettare, guardando i contesti nei quali lo si sta facendo, analizzandone i bisogni e le necessità, e stimolando la creatività per trovare idee vincenti e modalità di lavoro che smuovano le risorse dei territori in modo efficace.
Infine, la sensibilizzazione al mondo dell’adozione è stata fondamentale perché ha fatto capire una volta di più come quanto più i contesti sociali in cui si vive sono aperti alla possibilità dell’incontro con una storia adottiva, tanto più i ragazzi che vi arrivano troveranno un clima e una “cultura” nei quali sentirsi veramente accolti e inseriti.