Sorpresa! Tornano a salire le richieste di adozione internazionale

Nei dati pubblicati dal Ministero della Giustizia riguardanti le adozioni 2001 – 2021, si legge un desiderio di adottare che permane nelle coppie italiane. Ma se davvero crediamo ancora nell’adozione, abbiamo bisogno di nuove strategia per rilanciarla. Tre proposte di Ai.Bi. per iniziare

Il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia ha pubblicato un’analisi statistica relativa all’adozione, elaborata analizzando i dati raccolti presso i Tribunali per i minorenni riguardanti procedimenti e provvedimenti in materia di adozione nazionale e internazionale.
I dati si riferiscono al periodo che va dal 2001 al 2021 e offrono un quadro dell’andamento delle adozioni nazionali e internazionali, specificando il numero di minori che hanno trovato una famiglia e confrontandolo con il numero di coppie che si sono rese disponibili all’accoglienza.
Tutti i dati delle tabelle del ministero si possono leggere QUI

Domande di adozione internazionale: dal 2004 una continua discesa

All’interno dei dati pubblicati dal Ministero, si evidenzia l’andamento delle domande per l’adozione internazionale, che tornano a crescere dopo 18 anni sostanzialmente consecutivi di calo.

A partire dal 2004, anno in cui si è raggiunto il numero massimo di 8.274 richieste, negli anni successivi si è assistito a una progressiva diminuzione (salvo una lieve inversione di tendenza nel 2010 rispetto al 2009) fino a precipitare a quota 1.920 delle domande presentate nel 2020.
Nel 2021, finalmente, si torna a vedere un incremento rispetto all’anno precedente con 120 domande in più.

DOMANDE DISPONIBILITÀ PER ADOZIONE INTERNAZIONALE
Anno N° Domande
2001 7.887
2004 8.274 (anno più alto)
2020 1.900 (anno più basso)
2021 2.020

Molte più domande di adozione nazionale che minori dichiarati adottabili

Analoga sorte per le domande di adozione nazionale, che nel 2006 hanno fatto segnare il numero più alto con 16.538 richieste, per poi innescare un progressivo calo (con l’eccezione degli anni 2009, 2012 e 2017 rispetto agli anni precedenti) che ha raggiunto il minimo nel 2020 con 6982 domande. Nel 2021 la risalita di quasi 1000 domande fino a quota 7970.

DOMANDE DISPONIBILITÀ PER ADOZIONE NAZIONALE
Anno N° Domande
2001 12.901
2006 16.538 (anno più alto)
2020 6.982 (anno più basso)
2021 7.970

A questo aumento delle domande, però, non è corrisposto un aumento delle adozioni, il cui trend è rimasto in calo anche per il 2021, segno di come le famiglie pronte ad adottare siano decisamente più numerose dei minori dichiarati adottabili e ancora di più delle adozioni effettivamente realizzate. Un sintomo che gli strumenti che mancano non sono tanto culturali o di disponibilità, quanto politici e materiali. E se da un lato questa sottolineatura può far cadere le braccia, dall’altro è una buona notizia, perché ostacoli di questo tipo sono più facili da rimuovere, basta che ci sia la volontà da parte di tutti.

Tre punti di partenza per rilanciare l’adozione internazionale

Ecco perché, se crediamo che l’adozione rappresenti davvero un sistema di protezione dell’infanzia abbandonata , bisogna mettere in campo tutte le forze necessarie per studiare con le istituzioni preposte le possibili soluzioni per un rilancio dell’adozione. Rilancio che non può prescindere dalla ripresa e rafforzamento dei rapporti con i Paesi di origine.

Ai.Bi. propone tre semplici punti dai quali partire:

  1. L’adozione internazionale deve diventare parte integrante nella nostra politica estera, individuando presso le nostre Rappresentanze Diplomatiche nei Paesi più rappresentativi per l’adozione internazionale un funzionario che se ne occupi stabilmente con il compito di intrattenere relazioni costanti e continuative con le autorità dei Paesi di origine;
  2. Incentivare la formazione per le coppie, attuando programmi formativi fin dall’inizio del cammino adottivo in stretta collaborazione fra servizi sociali ed enti autorizzati, adeguandoli alla realtà dei minori che oggi arrivano in adozione.
  3. Rispettare assolutamente i tempi burocratici previsti dalla legge (6 mesi tassativi dalla presentazione della domanda di disponibilità all’ottenimento dell’idoneità ) puntando sulla digitalizzazione in modo da ottimizzare i tempi, semplificando alcuni passaggi ormai superati e cercando di abbattere il più possibile i costi.