Adozione Internazionale. In Russia aumentano i bambini, ma diminuiscono le coppie. Perché?

Dalla precedenza all’affido alla discriminazione delle schede, le problematiche ci sono. Ma Amici dei Bambini, grazie a uno staff professionale qualificato, segue le coppie passo dopo passo

La Federazione Russa è storicamente il primo Paese di provenienza per i minori adottati da coppie italiane. Solo nel 2019 il Paese è stato sopravanzato dalla Colombia per numero di ingressi di minori in Adozione Internazionale. Tuttavia se, con la scelta di chiudere alle adozioni all’estero verso gli Stati Uniti, si ipotizzava potesse esserci un incremento per l’Europa e, in modo particolare, per l’Italia, questo non si è poi verificato. Non solo, ma al posto di aumentare, le coppie italiane interessate ad adottare in Russia sono diminuite, mentre paradossalmente i minori adottabili aumentano costantemente. Quali sono dunque i problemi alla base di questo fenomeno?

Sarebbe utile, forse, fare un excursus relativo agli anni recenti. Nonostante il forte calo di adozioni iniziato nel 2011-2012, restano nel Paese diversi e complessi problemi legati alla infanzia fuori dalla famiglia. Nel 2012 è appunto entrata in vigore la cosiddetta legge “Dima Yakovlev” che vieta la adozione di minori cittadini russi da parte di americani e di tutti i cittadini i cui stati riconoscono matrimoni tra persone dello stesso sesso. Questa linea politica ha trovato un parallelo nello sviluppo di tutta una serie di supporti statali a favore delle famiglie affidatarie.

Adozione Internazionale in Russia. Il supporto all’affido

La scelta di favorire le famiglie affidatarie, però, si è rivelata sbagliata. Per l’adozione di un minore la somma massima ricevuta dallo stato per il cosi detto “capitale materno” è infatti di 4.000 euro. Tale somma diminuisce per minori inferiori ai sette anni , aumenta di circa 500 euro per minori maggiori di sette anni o con invalidità. Per l’affido, invece, mensilmente una famiglia percepisce fino a 300 euro al mese per un minore di età inferiore a sette anni e fino a 500 per un minore con invalidità.

Certamente la tendenza degli ultimi anni soprattutto per la nascita e sviluppo di moderne associazioni di volontariato per l’infanzia fuori dalla famiglia, ha permesso l’incremento della adozione nazionale ma, purtroppo, questo è un fenomeno che si verifica prevalentemente solo nelle grandi città. Nelle regioni si sono sviluppati progetti di supporto alle famiglie affidatarie che anziché favorire la stabile soluzione della adozione, hanno favorito l’inserimento temporaneo dei bambini in famiglie non sempre mosse da motivazioni trasparenti. In alcune regioni a est degli Urali i minori sono inseriti in famiglie che ricevono per esempio appezzamenti di terreno come compensazione all’accoglienza dei minori e che poi, purtroppo, utilizzano i bambini come forza lavoro. Questo porta ad un aumento delle “restituzioni” di minori negli istituti, su base stagionale.

Adozione Internazionale in Russia: la funzione sussidiaria

Ecco perché, l’Adozione Internazionale, in tal senso è sussidiaria ma assolutamente risolutiva per interrompere il circolo immorale della restituzione ripetuta e infinita dei bambini in affido.

Purtroppo, però, a tali problematiche da qualche anno si aggiunge il protrarsi, in Italia, di una campagna di discriminazione nei confronti dei minori che arrivano dalla Russia. Una problematica che deriva in primis dalle sindromi che vengono descritte nelle schede di abbinamento. Questo accade perché ogni istituto percepisce, per ogni minore, più sovvenzioni a seconda ovviamente di alcuni parametri che sono: il numero complessivo di minori ospitati, la fascia di età e le condizioni di salute e per questo è assolutamente importante dimostrare di avere il numero maggiore di minori piccoli e il più possibile malati, con un alta percentuale di invalidità dichiarata. Si consideri inoltre che, nella cultura russa, la nascita di un minore da una madre socialmente disadattata è già indice di invalidità. A questo si aggiunga che il problema principale del Paese, nei contesti di disagio sociale, è l’alcolismo: questo spiega il perché le schede per gli abbinamenti della Russia presentino spesso diagnosi di fetopatia alcolica. Non si può negare che l’alcolismo rappresenti il primo motivo di abbandono dei bambini in Russia, questa è una caratteristica culturale del Paese, ma non significa che in molti casi il problema non sia assolutamente risolvibile.

Adozione Internazionale in Russia: l’esperienza di Amici dei Bambini

Per quanto riguarda le coppie adottive entrate in contatto con Ai.Bi. – Amici dei Bambini, i problemi evidenziati nel percorso Russia sono solitamente legati a tre fattori: schede minori non aggiornate o con informazioni scarne; necessità di formalizzare l’abbinamento all’estero; l’incertezza sulla possibilità di poter portare a termine l’adozione fino al momento dell’udienza.

In merito alla prima problematica Ai.Bi. ha sempre favorito la richiesta di maggiori informazioni sulla salute del minore dopo l’abbinamento. Che, peraltro e relativamente al secondo problema, può essere formalizzato anche in Italia cosi come il rifiuto, ma del resto è sempre importante incontrare il minore sul posto e questo è normale che avvenga in ogni Paese. Infine, per quanto riguarda le adozioni di Ai.Bi. in Russia, con la costituzione di uno staff specializzato e che lavora nel campo da decenni, sono state minimizzate le problematiche legate alla conclusione della adozione. Sebbene esista sempre un rischio giuridico che si protrae fino alla entrata in vigore della sentenza di adozione, la struttura e il nostro personale lavorano nella ricerca della massima sicurezza e questo significa anche la operatività della risposta in occasioni di abbinamenti, la produzione da parte delle coppie della documentazione richiesta.

Le coppie sono il partner di Ai.Bi. nel percorso ed è importante che ogni parte lavori attivamente e per l’altra, lasciando da parte dinamiche personali che possono solo rallentare il percorso comune della conclusione della adozione. La Russia resta un Paese con tanti aspetti positivi: il percorso è di circa un anno per il completamento ma lo staff Ai.Bi. è molto specializzato, con la presenza di personale giuridico e di operatori che lavorano nel campo da almeno 10 anni.

Nonostante la pandemia Ai.Bi. ha ricevuto molti inaspettati abbinamenti e vi sono regioni che hanno dimostrato di avere fiducia nell’ente e che si dimostrano collaborative. Cosa manca? Soltanto le coppie…