La campagna per l’iscrizione della Rumba congolese nel patrimonio mondiale dell’Unesco

Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del Congo mirano a dichiarare il popolare genere musicale patrimonio dell’umanità. Un possibile volano politico, sociale ed economico

Dopo le prime anticipazioni, in agosto è stata ufficialmente lanciata l’iniziativa per iscrivere la rumba congolese nel patrimonio culturale e immateriali dell’umanità dell’Unesco.

La Rumba congolese, musica che porta con sé la storia di un territorio

La Rumba è uno dei generi musicali più popolari dell’Africa, vero segno distintivo della cultura e della tradizione del popolo congolese e dell’Angola. Nata, infatti, nel Regno del Kongo (che includeva i due Congo e l’Angola), come riporta Africa Rivista: “L’allora Kumba – un ballo sociale caratterizzato dal contatto dell’ombelico – viaggiò con gli schiavi e approdò a Cuba, dove gli ispanofoni ne deformarono il nome. Riportata nel Congo Belga, fu a partire dagli anni 1950 che la rumba moderna esplose”.
La rumba cubana è già stata dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 2016. Ora è la volta di quella “originale”, congolese. Come ha dichiarato il Ministro della Repubblica Democratica del Congo della Cultura, delle Arti e del Patrimonio, Catherine Katungu Furaha: “L’iscrizione della rumba sarà un’occasione di gioia per la popolazione delle due sponde congolesi. La Rumba ci porterà riconoscimento, rafforzerà la nostra diplomazia, ma ci darà anche l’opportunità di dire che con la danza possiamo trasformare questa industria culturale in una produzione”.
La campagna ha anche un valore politico, essendo sostenuto tanto dalla Repubblica democratica quanto dalla Repubblica con capitale Brazzaville. Il genere musicale, infatti, ha avuto origine in una zona del bacino del fiume Congo attualmente condivisa dai due Paesi omonimi del lungo corso d’acqua.

Dalla Rumba congolese all’assistenza per i minori di Goma

Ma al di là del riconoscimento in sé, l’inserimento della Rumba nel patrimonio Unesco potrebbe fare anche da volano per l’economia e la promozione di un Paese nel quale non mancano certo le difficoltà.
Lo sa bene Ai.Bi. che dal 2007 porta avanti progetti di Sostegno a Distanza per aiutare i bambini ospiti dei centri per minori SODAS e FED.
Da luglio, inoltre, Ai.Bi. è l’Ente coordinatore del nuovo progetto di cooperazione internazionale co-finanziato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali nella Repubblica Democratica del Congo denominato “Dal nostro cuore a quello dell’Africa”.
Con 25 euro al mese, chiunque può dare il suo contributo per portare avanti le attività di Ai.Bi. a sostegno all’educazione dei bambini e garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa.