Coronavirus e Fase 2. Quegli otto milioni di italiani chiusi in casa e dimenticati: i bambini

A parte il garante per l’Infanzia e il ministro Bonetti sembrano tutti essersi scordati di loro. E nella task force manca un esperto del settore

I bambini sembrano essere stati dimenticati dai vari consessi riuniti per decidere della “Fase 2″ dell’emergenza Coronavirus, quella che prenderà con ogni probabilità il via lunedì 4 maggio, dopo due lunghi mesi di lockdown. A lanciare l’allarme, in prima battuta, era stata la garante uscente dell’Infanzia e dell’adolescenza, Filomena Albano, che aveva preso carta e penna pochi giorni fa per scrivere al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, suggerendo di includere nella task force presieduta da Vittorio Colao la figura di un esperto di infanzia.

Il tema, a dispetto di quando potrebbe sembrare, non è secondario. “Sradicati improvvisamente da ogni tipo di relazione social – scrive sul tema il quotidiano Avveniremessi in secondo piano rispetto allo jogging e ai cani, accusati persino di far ammalare i nonni: dei figli d’Italia, 8 milioni di cittadini sulle cui gambe dovrà reggersi la ricostruzione del Paese nei prossimi dieci o quindici anni, alla vigilia della ‘fase 2’ non parla nessuno”.

Coronavirus e Fase 2: dimenticati i bambini, devono poter vivere la loro infanzia

Unica eccezione, nella compagine governativa, è quella del ministro della Famiglia, Elena Bonetti, “che di ‘ora d’aria per i bambini’ è tornata a parlare anche ieri, ricordando come sia ‘un diritto fondamentale dei più piccoli poter vivere la loro infanzia’. Una precisazione che ha dell’incredibile, non fosse che da ormai due mesi i piccoli sono confinati nelle case 24 ore su 24 senza prospettive e senza progetti per il loro futuro. Molti chiusi in se stessi, angosciati, apatici. ‘Serviranno mascherine e guanti anche per i piccoli’ ha spiegato per la prima volta concretamente la ministra, che ha detto d’essere in attesa di indicazioni da parte del Comitato tecnico scientifico in questo senso. E che ha ringraziato i sindaci che hanno risposto al suo appello ‘per costruire occasioni ricreative ed educative per poter vivere i mesi estivi come mesi di benessere'”.

Già, mesi di benessere. Data la situazione, c’è da sperare che lo siano sul serio.