“Genitori adottivi dicono che cultura dello scarto è scelta di non vita”

La vicepresidente di Amici dei Bambini, Cristina Riccardi in merito al dibattito del tavolo “Famiglia e Vita” sull’eutanasia: “Esempio sono padri e madri che hanno accolto bambini scartati, non voluti, e li hanno eletti a ciò che di più sacro è inviolabile esiste: a figli”.

“I genitori adottivi testimoniano nei fatti, senza troppe parole o discorsi difficili, con la loro accoglienza, spesso cosparsa di ostacoli, che la cultura dello scarto è una scelta di non vita. Sono padri e madri che hanno accolto bambini scartati, non voluti, e li hanno eletti a ciò che di più sacro è inviolabile esiste: a figli”. Lo ha detto la vicepresidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Cristina Riccardi, commentando il dibattito emerso dal Tavolo “Famiglia e Vita”, nell’Aula Magna del Centro Congressi della Conferenza Episcopale Italiana a Roma.

Amici dei Bambini è un’organizzazione nata da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, che da trent’anni lotta in Italia e nel mondo contro l’abbandono minorile. L’associazione ha aderito al convegno “Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?” che ha visto, tra gli altri l’intervento del cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della CEI. Il prossimo 24 settembre è atteso un pronunciamento della Corte Costituzionale dopo l’udienza pubblica in materia di punibilità del suicidio assistito.

“Quella stessa cultura – ha spiegato la vicepresidente di Amici dei Bambini – che oggi ci fa parlare di interruzione della vita, è la stessa che trattiene in istituti bambini finché i costi sono sostenibili e finché la legge lo impone, ossia fino alla maggiore età, privandoli di quelle relazioni, di quell’accompagnamento, di quelle cure che rendono la vita degna di essere vissuta. Li trattiene rendendoli ‘scarti’. Questa è eutanasia perché nel mondo l’80% dei ragazzi istituzionalizzati fino ai 18 anni si perde nella delinquenza, nella prostituzione e nel suicidio…”

“Se applicassimo – ha concluso Riccardi – la stessa logica che oggi applichiamo alle vite segnate dal profondo dolore psico-fisico a tutti quei bambini abbandonati del cui dolore incommensurabile nessuno si cura, solo perché invisibile, cosa succederebbe? Ma è proprio la testimonianza di questi bambini abbandonati costretti a sopravvivere al loro abbandono, nel dolore della solitudine e nella speranza che una mamma e un papà arrivino, che ci insegna che, nonostante tutto, la vita è il più grande dono che hanno ricevuto”.