Linee guida per la scuola. Lezioni a turni alternati, anche di sabato e con la mascherina

Nel testo inviato dal ministro Azzolina alle parti sociali non ci sono i tanto temuti divisori in plexiglas. Ora la palla alle regioni

La scuola era forse rimasto l’ultimo settore a doversi dotare di linee guida per la ripartenza, dopo i mesi bui del lockdown e della pandemia da Coronavirus. Ebbene queste linee guida ora sono arrivate, e sono la bozza delle regole (redatta dal Ministero dell’Istruzione) che normeranno il rientro in classe degli studenti italiani, dopo l’estate. Cosa prevedono? Tra le altre cose: la riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento; l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; la frequenza scolastica in turni differenziati; per le scuole secondarie di II grado l’attività didattica in presenza oltre a quella digitale integrata; l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari; l’estensione del tempo scuola alla giornata di sabato. Le scuole potranno poi valutare l’opportunità di effettuare la refezione scolastica in due o più turni per evitare l’affollamento dei locali. Qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare la realizzazione di soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni all’interno dell’aula scolastica. Nel testo che il ministro Azzolina ha inviato alle parti sociali, non si parla invece di mascherine obbligatorie e di divisori in plexiglas. Si rinvia semplicemente al documento di maggio del comitato tecnico che parlava di un metro di distanza tra le persone e di uso obbligatorio di mascherine dai sei anni in su.

Ora, per proseguire il lavoro sulla bozza, sarà la volta dei tavoli regionali, che inizieranno a lavorare insieme alle scuole, dopo che, negli ultimi giorni, è proseguito il confronto tra il Ministero dell’Istruzione, le regioni e gli enti locali. Che, rispetto al recentissimo passato, sembrano posizionarsi su un atteggiamento più dialogante. Cristina Grieco, coordinatrice della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni, aveva spiegato all’ANSA, a proposito del documento: “Lo esamineremo e nella Conferenza straordinaria che si terrà probabilmente giovedì daremo il parere”.

Linee guida per la scuola. Il rientro probabilmente il 14 settembre

Anche la data definitiva del rientro a scuola sarà stabilita in quella sede e, con ogni probabilità, sarà alla fine quella del 14 settembre, già proposta dal ministro Azzolina. Nonostante il grande punto interrogativo delle elezioni regionali che dovrebbero essere fissate per il 20 e 21 settembre, anche se il recentemente approvato Dl “Elezioni”, la data dei rinnovi dei consigli comunali e regionali, dei sindaci e dei governatori che avrebbero dovuto concludere il mandato entro il 2 agosto 2020, potrà cadere nel periodo tra il 15 settembre e il 15 novembre. Quella del 14 settembre, per il rientro a scuola, è, del resto “la data più gradita a tutti anche se ci sono voci contrarie – conferma la Grieco – Chiederemo comunque di avere meno disagi possibili nelle scuole laddove ci saranno elezioni. Sarebbe importante trovare altre sedi per i seggi elettorali, anche per il futuro. La collaborazione è massima, la partita è molto importante”.

“Davvero questa settimana sarà determinante – aveva spiegato ulteriormente la coordinatice della Commissione struzione della Conferenza delle Regioni – non vogliamo contrapposizioni; rispetto alla scuola dobbiamo lavorare insieme per dare certezze su come ripartire, lo spirito è questo e mai è stata nostra intenzione entrare in rotta di collisione ma semmai vogliamo lavorare con spirito costruttivo. (…) Per la mia Regione, la Toscana, va bene, noi avevamo già stabilito il calendario scolastico e la ripresa il 15 settembre; va bene anche alla maggior parte dei presidenti anche se c’è qualche voce contraria, preoccupata soprattutto dall’idea di dover iniziare le lezioni e poi interromperle a causa delle elezioni regionali”.

Per quanto riguarda il distanziamento, sulla base delle indicazioni del CTS, le Regioni avevano avanzato la proposta di dare un parametro oggettivo per il distanziamento degli alunni: da un generico metro di distanza si è passati alla proposta di una superficie pari a 1,8 metri quadri, oltre a ulteriori proposte circa l’uso delle mascherine solo per gli spostamenti, non quando i ragazzi si trovano invece seduti in classe, così come avviene nei ristoranti.