Giappone: il dramma dei bimbi abbandonati

I bambini non desiderati vengano abbandonati negli armadietti della stazione, lasciando socchiuse le ante, sperando che qualcuno si accorga della loro presenza, ma è difficile trovare coppie che li vogliano adottare

Sorprenderà notevolmente sapere, che in un Paese come il Giappone, del quale abbiamo un’idea di ordine, di civiltà e di progresso tecnologico, vi sia un grande dramma nei confronti dei bambini: l’abbandono.

In alcuni casi i bambini non desiderati, vengano abbandonati, addirittura negli armadietti della stazione, lasciando socchiuse le ante, sperando che qualcuno si accorga della loro presenza. Questo comportamento ha dato lo spunto per un famoso romanzo “Coin locker baby” di Ryu Murakami (la storia di due bambini abbandonati in un armadietto della stazione, peraltro riusciti a sopravvivere), si apprende sul Messaggero.

In Italia esistono dei luoghi, dove le mamme in difficoltà che non possono prendersi cura del loro bebè, possono lasciarlo in totale anonimato e in tutta sicurezza per il piccolo: le culle per la vita QUI. un progetto a cui Ai.Bi. lavora da tempo, tanto da aver proposto una legge che renda obbligatoria la presenza di una culla in ciascun comune d’Italia. Ad oggi, di culle di questo tipo, in Italia, ne esistono solo 60, di cui 10 in Lombardia, una delle quali gestita da Ai.Bi. e ubicata in via dei Pioppi, 4, nella frazione di Pedriano a San Giuliano Milanese. Anche in Giappone, rende noto Il Messaggero, esiste una culla della vita, ma in un unico ospedale. Istituita nel 2007 da un medico cattolico, ha salvato poche decine di bambini e purtroppo nessuno negli ultimi anni.

Sull’Internazionale veniamo a conoscenza “che in Giappone, molti genitori vanno via da casa portando con sé i figli, impedendo al partner di vederli anche prima del divorzio. Questo modo di agire che in gran parte del mondo sarebbe considerato sequestro di persona, in Giappone non è punito dalla legge”. Si stima, che ogni anno, circa 150.000 bambini, perdano la possibilità di vedere uno dei genitori, la cura dei figli è delegata quasi sempre alla madre e sono loro nella maggior parte dei casi a sottrarre i bambini. Nel Paese asiatico non esiste l’affido condiviso e la potestà è spesso affidata a chi vive con i figli.

È difficile, spiega il Messaggero che i genitori biologici anche dopo l’abbandono dei loro figli ne concedano l’adozione, ma è ancora più difficile trovare coppie che li vogliano adottare. E allora…  Molti bambini sono costretti a vivere negli orfanotrofi fino alla maggiore età, per poi doverlo lasciare, spiccando da soli il volo nella vita adulta e affidandosi alla solidarietà del loro prossimo.